17 momenti sportivi che non dimenticherò del 2024
Mentre si spengono le ultime luci sul 2024, mi prendo un momento per riflettere sugli atleti e le performance che più mi hanno ispirato e emozionato durante quest'anno
Elisa Longo Borghini vince il Giro d’Italia
Da autoproclamato biggest fan di Elisa Longo Borghini e in generale del ciclismo femminile, la sua vittoria al Giro d’Italia davanti al prodigio Lotte Kopecky è da #1 highlight del 2024. Un’eroe della working class, con un talento probabilmente non all’altezza delle fuoriclasse Vollering e Kopecky, ma intelligenza tattica, capacità di soffrire e voglia di vincere costruite su una montagna di consistency.
Alex Yee vince l’oro olimpico nel triathlon
Vincere è straordinario, riuscire a raddrizzare una gara partita male è da fuoriclasse. Una lezione di tattica e intelligenza sportiva da uno degli atleti di endurance che più ammiro, in grado di spaziare dai 5000m in pista in Diamond League al triathlon olimpico. A soli 26 anni, un oro e un argento olimpico tra Tokyo 2021 e Paris 2024, un titolo overall World Triathlon Championship Series, una vittoria nella Super League di Triathlon nel 2021. L’ho conosciuto alla Night of 10,000m PBs a Londra, sulla pista della Parliament Hill, nel 2018. Il suo debutto in maratona alla London Marathon è atteso per il prossimo aprile.
La squadra di pallavolo femminile italiana
La partita perfetta, il primo oro olimpico della nazionale femminile di pallavolo italiana. Ho apprezzato come l’allenatore, il saggio e leggendario Julio Velasco, si sia sempre messo in una posizione di secondo piano rispetto alle ragazze a cui va gran parte del merito per questo risultato. Velasco ha creato un gruppo molto affiatato e l’Italia ha dominato il torneo, perdendo un solo set nella prima partita e vincendo 3 set a zero tutte le altre, compresa la finale contro gli Stati Uniti campioni in carica. Un esempio di cultura sportiva positiva e di grande intelligenza tattica e intellettuale, come dimostra anche in questa intervista per Repubblica.
Jakob Ingebrigtsen al debutto nella mezza maratona di Copenhagen
Tra i tanti momenti da far girare la testa del 2024 di Jakob Ingebrigtsen, ho scelto quello in cui il prodigio si spoglia dei panni di semidio. Avrei potuto scegliere l’oro olimpico sui 5000m di Parigi, il record mondiale sui 3000m di Chorzow, il 3:26.73 sui 1500m di Monaco: ho preferito questa istantanea di Jakob all’arrivo della mezza maratona di Copenhagen, completamente prosciugato dallo sforzo fisico, sfatto, distrutto. “Non avevo mai provato nulla di simile, ma tra un paio d’anni, con una preparazione un po’ diversa, tornerò a Copenhagen” ha detto, subito dopo l’arrivo.
Nonostante la mancanza di preparazione specifica, Jakob ha aggredito la gara insieme al front group con un passaggio da 27:27 al 10°km (2:43/km), prima essere costretto a fermarsi e camminare intorno al 15°km, chiudendo poi in 1h03:13. GOAT.
L’incredibile Nadia Battocletti a Parigi
Nadia Battocletti è il volto dell’atletica italiana del 2024. I suoi risultati sono espressione della sua gentilezza e della calma con cui vive la vita. Ispirazione, classe, grinta, leggerezza e un’irrefrenabile voglia di aprire.
Kilian Jornet vince per la decima volta (con record) Sierre-Zinal
Non c’era bisogno di un ulteriore sigillo per cimentare il GOAT status di Kilian Jornet nel trail running. Ma semmai qualcuno avesse ancora dei dubbi o dasse le sue performance per scontato: tredicesima partecipazione, decima vittoria, il CR probabilmente più arduo da conquistare di questo sport abbassato a 2:25:34. A 37 anni, tre giorni prima di imbarcarsi per la spedizione Alpine Connections, Kilian è ancora in grado di alzare l’asticella rispetto a se stesso.
(da min 10)
La dominance di Katie Schide
Serve una buona dose di coraggio per mettersi sulla linea di partenza di una cento miglia, ne serve il doppio o il triplo per farlo come lo fa Katie Schide. Adottando un approccio all’allenamento avanzato e uno stile di gara aggressivo - che poi è solamente consapevolezza nei propri mezzi e non aver paura di fare ciò per cui si è preparati - ha portato a termine una stagione memorabile con performance di straordinario livello a Canyons 100k (probabilmente la migliore), Western State 100 e UTMB (record). A lei il merito di trainare il trail running femminile verso una nuova dimensione.
Tadej Pogacar in fuga a 100km dall’arrivo al mondiale di Zurigo
Tra gli infiniti modi in cui avrebbe potuto vincere un campionato del mondo di ciclismo su strada, Tadej Pogacar ha scelto il più difficile, doloroso e meno scontato. Forse quello più istintivo e ribelle, come il ciuffo che gli spunta dal caschetto che lo caratterizza. Dopo aver percorso gli infiniti tornanti che portano a Isola 2000, dove ha costruito i suoi più importanti successi del 2024, credo di aver capito che la risposta alle domande sul perchè non andiamo forte quanto ci aspettiamo sia semplicemente che non ci alleniamo abbastanza. Il successo di un ragazzo su cui sono stati spesi (giustamente) fiumi di parole per descrivere il terremoto con cui ha stravolto il ciclismo moderno. Per me, semplicemente, un ragazzo che si diverte come un matto andando in bicicletta.
Il doppio oro olimpico di Remco Evenepoel
Ho avuto bisogno di alcuni anni per arrivare ad apprezzare a pieno il personaggio di Remco Evenepoel. Da ragazzino prodigio, un po’ viziato e esageratamente motivato al successo, forse vittima del suo ruolo da predestinato, ad essere umano. Forse sono stati i crash (al Giro di Lombardia nel 2020, al Giro dei Paesi Baschi ad Aprile 2024, con frattura di scapola e clavicola), forse il fatto che sia cresciuto e diventato un filo meno ambizioso, meno istintivo e più intelligente dal punto di vista tattico.
Resta il fatto che il doppio oro olimpico nella gara in linea e nella crono è senza precedenti e di una qualità sopraffina. Il tutto condito da un terzo posto al Tour de France - tanto per dimostrare che non è solamente un corridore da classiche o da crono - e un oro mondiale nella cronometro a Zurigo.
Ha un bel canale YouTube dove ogni tanto racconta il behind the scene delle sue gare, ci porta a casa sua e sulle sue strade di allenamento.
Le prime due medaglie olimpiche per Botswana e Santa Lucia
Sono arrivate grazie a due figure che ritengo molto positive per l’atletica su pista e per lo sport in generale: Julian Alfred e Letsile Tebogo, 23 e 21 anni, icone dei rispettivi paesi, campioni olimpici acerbi e con gran parte della loro storia sportiva ancora da scrivere. Entrambi hanno in qualche misura rubato la scena a due personaggi molto più famosi, discussi e attesi delle olimpiadi parigine: Sha’Carri Richardson e Noah Lyles. 10.72 nei 100m e 19.46 nei 200m i tempi dallo straordinario valore tecnico con cui hanno messo il naso davanti a tutti. La loro portata sociale e culturale, invece, non misurabile.
Tebogo è stato eletto atleta maschile dell’anno dalla World Athletics (Sifan Hassan ha vinto l’award al femminile).
L’upset della finale più attesa dei XXXIII Giochi Olimpici
Mentre mezzo mondo stava con il fiato sospeso, occupato a studiare ogni minima mossa di Josh Kerr e Jakob Ingebrigtsen, c’era un giovane americano di Indianapolis, cresciuto nella Oregon University, che si allenava protetto dall’ombra dei due fuoriclasse del mezzofondo veloce. Il norvegese (Jakob) e il britannico (Josh) hanno passato l’anno che ha separato i mondiali di Budapest 2023 da Parigi 2024 a montare uno dei dualismi più accesi nella storia recente dell’atletica. A non tutti sono piaciuti l’enfasi con cui la stampa di settore ha trattato la questione, né i toni con cui i due si sono affrontati verbalmente. Ma la loro rivalità è una delle storylines più evidenti in uno sport che spesso fatica a far parlare di sè, e che in quanto tema di dibattito pubblico ritengo largamente positivo.
Dopo aver scatenato la madness tra i fanatici di track and field NCAA a suon di tempi e volate insieme al compagno di sfide Cooper Teare, nel 2021, a soli 20 anni, Hocker era passato pro firmando un contratto con Nike. Sprazzi di classe si erano già visti agli Olympic Trials 2021, quando Hocker, non ancora in possesso del minimo olimpico, aveva vinto davanti a Yared Nuguse e Matthew Centrowitz, per poi gareggiare in finale a Tokyo finendo sesto.
A Parigi Hocker ha infilato Jakob, Josh e Yared sulla homestraight sfruttando le sue alte frequenze e quello che pare quasi essere un effetto scia, come nelle volate del ciclismo.
Dopo il titolo olimpico da detto: “Era giusto che i titoli fossero per loro. Loro sono il campione del mondo e il campione olimpico. È stata una cosa buona che il mio percorso sia stato in sordina. Tutti nel field sanno chi io e Yared [Nuguse] siamo. Non avere tutto quel rumore attorno è stato un vantaggio”.
I due minuti di follia di Steph Curry nella finale olimpica Francia-USA
Nuit, nuit. Buonanotte e tutti a casa. A 2:48 minuti dal termine della finale olimpica di pallacanestro maschile tra Stati Uniti e Francia, la nazionale statunitense era avanti di soli tre punti, 82 a 79. Fino a quel momento era stata una partita piuttosto tirata e la Francia, partendo da sfavorita, era riuscita a mettere in difficoltà il Dream Team. È in quel momento che Steph Curry ha segnato il primo di quattro canestri da tre punti consecutivi che hanno permesso agli Stati Uniti di vincere partita e medaglia d’oro. Dopo avere segnato uno dei canestri più incredibili della storia del basket nelle Olimpiadi ha fatto il gesto della buonanotte, che era diventato famoso durante i playoff di due anni fa, quando i Golden State Warriors, la sua squadra, avevano vinto il titolo NBA. La hoodie che ha indossato dopo la finale olimpica è appesa nel Louvre.
Prendetevi due minuti per questo spettacolo.
La GOAT dell’arrampicata Janja Garnbret vince la sua seconda olimpiade
E il suo coach spiega: “Per me, il più grande successo è quando un atleta è felice dei miglioramenti che sta facendo in allenamento. Se si sente bene e più forte ogni mese, ogni anno, quello è il vero successo. Le medaglie nelle competizioni sono solo piccole ricompense per tutto questo. Il vero successo è quando vedo l'atleta sentirsi bene e felice di aver raggiunto i miglioramenti che desiderava, o almeno di essersi avvicinato a ciò che voleva. In realtà, quello è l'unico successo che conta.”
Keely Hodkingson goes undefeated in 2024
Icona dell’atletica mondiale, BBC sports personality of the year, un oro olimpico a 22 anni in una delle discipline più difficili e competitive dell’atletica leggera, gli 800m.
Nafi Thiam al terzo oro olimpico nell’heptathlon
La 29enne non solo ha consolidato il suo posto come la più grande di sempre nell’eptathlon, ma è anche diventata la seconda donna, dopo la martellista polacca Anita Wlodarczyk, a vincere tre ori olimpici nella stessa disciplina dell’atletica. Thiam ha aggiunto il titolo di Parigi 2024 alle medaglie d’oro già conquistate a Rio 2016 e Tokyo 2020.
La stagione di Beatrice Chebet
Due ori olimpici (5000-10000m), record del mondo sui 10000m e prima donna sub 29’ (28:54) nel tempio dell’Hayward Field, prima donna sub 14’ sui 5km ever (13:54 a Barcellona), oro ai mondiali di cross, Diamond League champion nei 5000m. What else?
Tutti gli atleti che non ho avuto spazio di citare ma che mi hanno ispirato durante il 2024
Nomi sparsi: Remì Bonnet, Elhousine Elazzaoui, Patrick Kipngeno, Henri Aymonod, Roberto Delorenzi, Judyth Wyder, Joyce Njeru, Eszter Csillag, Cassandre Beaugrand, Magnus Ditlev, Leon Marchand, Mathieu Van del Poel, Johanes Chiappinelli, Yeman Crippa, Pietro Riva, Hayden Hawks, Kasia Niewiadoma, Demi Vollering, Conner Mantz, CJ Albertson, Zach Panning, Molly Seidel, Nikki Hiltz, Parker Valby, Nico Young, Allie Ostrander, Elle St Pierre, Grant Fisher, Des Linden, Mattia Gaffuri, Lachlan Morton, Lauren Gregory, Alessandro Demarchi, Adam Ondra, Alice Bellandi, Benedetta Pilato, Simona Quadarella, Imane Khelif, Jasmine Paolini e molti altri.
Cose che non pensavo sarebbero accadute quest’anno
Una donna abbatte il muro delle 2:10 nella maratona
Ruth Chepngetich 2:09:56 a Chicago, disintegra il primato del mondo di Tigist Assefa.
Jakob Ingebrigtsen fa cadere un record ritenuto intoccabile
7:17:55 a Silesia per abbassare il 7:20.67 sui 3000m di Daniel Komen, resistito per 28 anni, tempo a cui nessuno si era mai avvicinato a meno di 2 secondi.
Kipchoge perde due maratone
Tokyo e Parigi 2024, dopo averne vinte 16 di fila da Rotterdam 2014 a Berlino 2022 (2:01:09, WR), con la sola interruzione di London Marathon 2020 in epoca covid. Il suo quest per vincere tutte le marathon majors si fa sempre più complicato.
Abbiamo detto addio troppo presto a Kelvin Kiptum
2 December 1999 – 11 February 2024.
2:00:35 e molto altro lì nel mezzo.
Il 2024 dell’atletica italiana
24 medaglie agli Europei di Roma, tre podi olimpici e 17 finalisti a Parigi, primati a raffica (20 record italiani assoluti in pista nelle specialità olimpiche, 5 nella strada fra mezza, maratona e marcia, 21 primati assoluti indoor). Due copertine: Nadia Battocletti e Mattia Furlani, simbolo della nuova generazione di atleti con tanta grinta, consapevolezza e voglia di fare.
Bello. Nel mio personale elenco di episodi venti/ventiquattro di grande ispirarazione aggiungerei la consistenza di Daniel Pattis e quel sorpasso per il secondo posto a Occ. Di quest’ultimo, per ovvi motivi, doveva scrivere qualcun’altro. Fatto.
Questo pezzo ha gasato!
Ne abbiamo moltissimi in comune: quelli che mi hanno fatto più saltare dalla sedia sono stati Hocker nei 1500 alle Olimpiadi, in una finale in cui mi aspettavo solo Ingebrigtsen, e la stagione di Pogacar tout court, dal Galibier a Zurigo.
Mi permetto di fare un paio di aggiunte personali: Sifan Hassan che ha vinto la maratona olimpica in finale contro Assefa, dopo aver vinto bronzo e bronzo nei 5 e 10,000 metri; la stagione di Mondo Duplantis (un soprannome così bello che non so se ce lo meritiamo) che batte 3 suoi record e fa 10’37” contro Warholm nei 100 metri; la volata di Femke Bol nella 4x400 mista alle Olimpiadi; l’anno fuori dal mondo di Beatrice Chebet con i due ori olimpici e i 5km sub 14 minuti l’ultimo dell’anno (lo hai messo anche te, ma lo sottolineo anche io)